Apparecchio di Kipp Petrus e provette di laboratorio
La chimica mi ha sempre interessato. E’ affascinante vedere un laboratorio, tutte quelle ampolle, quelle strane sostanze di vari colori che bollono e fumano.
Così di mercatino in mercatino, sono riuscito a fare una piccola raccolta di materiale utile per esperienze di termodinamica, chimica ed elettrochimica.
Non che aspiri a diventare un piccolo chimico ! Non ne ho le conoscenze.
Lo strumento nelle foto è detto “Apparecchio di Kipp” dal nome del chimico olandese Kipp Petrus Jacobus (1808 – 1864), e permette di ricavare in gran quantità (ma in modo perfettamente regolabile) i gas che si sviluppano sfruttando
un’opportuna reazione chimica tra una soluzione acquosa acida e un solido insolubile. In pratica viene usato soprattutto per ottenere idrogeno o acido solfidrico.
L’apparecchio di Kipp è formato da tre ampolle; la seconda e la terza dall’alto sono in comunicazione tra di loro, così come la prima e la terza. Se si vuole ottenere idrogeno gassoso, nella seconda vengono inseriti dei grani di zinco o ferro, mentre nella prima viene versata una soluzione di acido cloridrico al 20 % fino a che questo non sommerge completamente i grani solidi entro la seconda ampolla. Si sviluppa idrogeno in base alla reazione Zn + 2 HCl => ZnCl2 + H2. Quando il rubinetto collegato con la seconda ampolla è chiuso, la pressione dell’idrogeno che si sviluppa spinge la soluzione acida verso il basso fino a svuotare completamente la seconda ampolla, e ciò produce l’arresto della reazione chimica. Se invece o l’idrogeno o l’acido solfidrico prodotti vengono estratti dall’apparecchio, la soluzione di acido cloridrico non scende e la reazione continuerà senza sosta fino a che non si sarà consumata tutta la carica di metallo o di solfuro di ferro o di solfuro di zinco.