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Collezioni

29 Marzo 2010

La mia mini collezione di scatole di latta

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La mia minicollezione di scatole di latta

Oggi parliamo di un’altra delle mie mille piccole passioni, un’altra cioè delle mie mini – collezioni.
Parliano delle scatole di latta…

Anche le bellissime scatole di latta del passato, ora molto apprezzate dai collezionisti, raccontano la storia dei nostri avi, i loro interessi ed il loro gusto.

Per questo ci sono oggi tanti appassionati che le collezionano e ne studiano stile, periodo storico di diffusione, forma e artista al quale si deve la decorazione….
Una passione che probabilmente è molto simile a quella di chi raccoglie lamette da barba o cartoline…

Ebbero diffusione tra la fine dell’Ottocento e gli anni quaranta del Novecento.

La mia minicollezione di scatole di latta

Nate per contenere dolci, biscotti, prodotti farmaceutici e cosmetici, assunsero un importante valore pubblicitario per le ditte produttrici, che talvolta si rivolgevano a veri e propri artisti per la realizzazione delle illustrazioni.

Ricchissime di immagini e di colori, piene di ornamenti dorati o più semplici e severe, esse ebbero il doppio compito

La mia minicollezione di scatole di latta

di contenitori e vettori pubblicitari.
Essendo fatte di latta stagnata, un materiale relativamente resistente, esaurito il loro fine primario, hanno continuato a vivere nelle case dei nostri nonni come contenitori di bottoni, rocchetti di filo, cartoline, figurine, foto, spiccioli, fatture pagate o bottoni
dispersi, graffette o mozziconi di matita, e chissà di quanti altri segreti.

Da sempre relegate al modesto ma dolcissimo e pratico ruolo di “deposito di minuterie”, spesso vengono ancora oggi usate per raccoglitori per altre collezioni….

La lamiera di metallo piegata e rivestita di stagno fu inventata nel XIII secolo.
Da allora le scatole di latta entrano nella vita quotidiana. Grazie alla capacità di resistere agli acidi, vennero subito utilizzate per conservare beni deperibili: biscotti, caffè, medicine, marmellate e prodotti vari.

La mia minicollezione di scatole di latta

Furono così gettate basi importanti per la distribuzione su larga scala, favorita dalla facilità di imballaggio e trasportabilità che le scatole di latta offrivano.

Infatti, già a partire dal XIII secolo la Germania, grazie ai suoi giacimenti di ferro e stagno, aveva sviluppato una fiorente industria per la lavorazione della banda stagnata (così chiamata perché composta da un lamierino di ferro rivestito di stagno da entrambi i lati).
Per la sua caratteristica di non alterare i sapori, fu impiegata inizialmente nella produzione di attrezzi da cucina quali pentole, cucchiai e piatti; da lì si passò poi alle scatole. La Germania detenne il primato nella produzione e nell’esportazione in Europa fino
al 1750, quando gli inglesi decisero di sfruttare le miniere di stagno in Cornovaglia; da allora l’ascesa dell’ Inghilterra fu inarrestabile.

Nel 1885 su 131 fabbriche di latta al mondo, 97 erano in Inghilterra. Il primo utilizzo su larga scala delle scatole di latta fu in campo militare, per le scorte alimentari di eserciti, esploratori e marinai.

Ed è proprio sul finire dell’800 che le scatole di latta cromolitografate si diffondono e sono testimoni di un capitolo della storia industriale italiana e di un modo di vivere così diverso rispetto a quello di oggi.

Le piccole erano destinate alle famiglie e il loro contenuto era consumato a livello domestico. Le più grandi ornavano gli scaffali delle drogherie dove il prodotto veniva venduto sfuso.

La mia minicollezione di scatole di latta

All’inizio del 1900 l’alluminio cominciò a prendere il posto della lamiera piegata, favorita dallo sviluppo della serigrafia. Fu dal 1920 che, su impulso dell’industria, la latta sostituì il vetro.
Serviva un imballo solido ma allo stesso tempo leggero, che non alterasse i sapori e mantenesse la fragranza del contenuto. Le scatole di latta si rivelarono ben presto l’ideale, avevano in oltre il grande pregio di poter essere personalizzate a piacere con la stampa
litografica. In poco meno di un secolo questo modesto oggetto si è diffuso in ogni ambito commerciale.

La mia minicollezione di scatole di latta

Il passo a divenire oggetto di collezionismo e stato fin troppo breve, perchè oltre ad avere un fascino intrinseco, le scatole di latta fanno parte o hanno fatto parte della nostra vita quotidiana.

Con la seconda guerra mondiale infatti la maggior parte degli scatolifici ha cessato o riconvertito l’attività. La tecnica cromolitografica è stata inoltre soppiantata da tecniche più moderne.

Per qualche anno continua l’utilizzo delle scatole di latta, finché non andarono in disuso con l’introduzione di quelle in cartone. Il nuovo imballo è leggero, economico e non pone problemi di immagazzinamento. Una volta vuoto si butta, e i rappresentanti non devono più viaggiare avanti e indietro con lattoni pieni e vuoti. Le scatole di latta per biscotti, cacao e caramelle scompaiono così lentamente dai negozi, salvo tornarci per occasioni speciali o in riedizioni di quelle prime scatole con cui avevano cominciato il loro dolce viaggio.

La mia minicollezione di scatole di latta

Ora le scatole appassionano collezionisti e nostalgici, anche se non è facile ricostruirne la storia: le piccole aziende di produzione, presenti soprattutto in Piemonte, Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna, ora sono quasi completamente scomparse.

Le nostre scatole inoltre registrano spesso attardamenti, riprese stilistiche, se non vere e proprie copiature di idee altrui, nate altrove. Qualche volta vi si riconoscono i nomi di importanti grafici e cartellonisti come Dudovich, Cappiello, Mauzan con le loro originali
invenzioni. E nella maggior parte dei casi però, anche quando decorazioni e forme sembrano originali e appositamente inventate, gli autori restano anonimi.

Mancano notizie storiche e studi sistematici sugli scatolifici, ma si conoscono i diversi stili artistici e grafici e altre “mode” che si sono succeduti fra la fine dell’800 e i primi 50 anni del ‘900.

La mia minicollezione di scatole di latta

Ad esempio, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento il re concedeva ad alcune ditte meritevoli la possibilità di utilizzare lo stemma reale, che veniva riportato sulle scatole di latta usate come packaging.
Questi privilegio veniva poi riportato con orgoglio su tutta quella che era la comunicazione dell’epoca; alcuni esempi: Re Umberto I concesse il suo “brevetto” alla Lazzaroni di Saronno, S.M. la Regina Margherita alla Luigi Rossa di Vercelli, e Vittorio Emanuele II alla
Delser di Marignacco. Anche lo Stato Pontificio e Gabriele D’Annunzio (Principe di Montenevoso) autorizzarono parecchie ditte a fregiarsi del riconoscimento di Fornitori Ufficiali.

L’avvento del Liberty porta il gusto per immagini più semplici, con figure femminili dalle chiome fluenti.

Dopo la prima Guerra Mondiale il Deco’ propone figure geometriche più asciutte, negli anni Venti il gusto si lega al futurismo e nei Trenta spesso l’illustrazione si riduce ad una semplice scritta.

Dopo il secondo dopoguerra si torna invece alla seduzione femminile, con immagini che ricordano le dive di Hollywood.

Le diverse scelte grafiche sono determinate dal destinatario del prodotto, il buon medio borghese spesso incerto e non facile ai cambiamenti. Ecco allora le rassicuranti immagini di stabilimenti dalle ciminiere fumanti, di medaglie vinte alle fiere e alle
esposizioni, di bei bambini straordinariamente paffuti, di paesi lontani o di riproduzioni di opere d’arte note o di soggetti considerati “artistici”.

La mia minicollezione di scatole di latta

Certo, le réclames dei prodotti erano ben presenti anche allora, ma lo stile della pubblicità era molto più elegante e garbato, l’invito a ricordare era fatto con gusto e delicatezza.

Le mie scatole di latta non sono niente di particolare, in verità.

Al di là di tutto, però, un fatto rimane certo. Queste scatole hanno superato il tempo. Sono testimoni di eventi storici, artistici, economici e, perché no, familiari.

Non a caso le varie ditte produttrici di dolciumi (che per forza di cose devono assecondare il gusto anche estetico del pubblico) hanno ripreso a proporle, come “confezione delle feste”, dopo averle per anni eliminate, preferendo ricorrere a più economiche confezioni
cartonate o cellophanate.

Hanno conservato intatto il loro fascino e muovono in chi le osserva una curiosa simpatia e un poco di nostalgia.

Ogni scatola di latta d’epoca ci costringe ad un salto nel passato, sembra profumare ancora di biscotti, sa’ di cacao, di vissuto, di tabacco del nonno, di cianfrusaglie, di caramelle che avevano un gusto ormai perduto…

Se vi trovate fra le mani una vecchia scatola di latta, prima di buttarla, osservatela, sfioratela con le dita, ”sentitela”, sicuramente avrà una storia da raccontarvi.

La mia minicollezione di scatole di latta

Per gli appassionati, interessante anche qui ricordare che l’11 novembre 2000 a Gerano (Roma), è stato inaugurato l’unico museo italiano dedicata alle scatole di latta. Le scatole esposte sono circa 700 e vanno dalle prime, prodotte sul finire dell’800, fino agli
anni’50 : La Casa delle Antiche Scatole di Latta.

Un po’ di foto…..:
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  1. Subject: Contatto da FerriVecchi : esterilizador siglo xix es de marca A C ZAMBELLI Torino, completo 1,40 mt de
    altura en bronce, cober, hierro. Con calentador de doble boca Optimus. Tengo intencion de venderlo

    Comment by Carlos — 10 Aprile 2010 @ 13:49
  2. Chiedo prezzo, foto, termini di consegna, poi si decide Grazie Rino

    Comment by Rino — 5 Maggio 2010 @ 13:50
  3. Ciao Sono molto interessato in scatola di latta del caffè Caravel. Ho trovato uno in ebay ma è già venduto.
    http://cgi.ebay.it/Scatola-latta-pubblicitaria-macchina-ca e-Carave l W0QQitemZ200460224413QQcmdZViewItem
    # ht 642wt 958
    Sai dove posso trovare uno? grazie mille Shaul

    Comment by Shaul — 10 Maggio 2010 @ 13:42
  4. Ciao Shaul…. Io proverei al mercatino di Piazzola sul Brenta ultima domenica del mese. Ci sono banchetti che
    vendono parecchie scatole latta. CIAO

    Comment by Rino — 10 Maggio 2010 @ 13:44
  5. Belle! In : boxlatta.altervista.org invece ci sono le mie. Buon proseguimento. Marco

    Comment by marco — 24 Maggio 2011 @ 18:03
  6. Buongiorno, ho una scatola di latta della “PAVESI” con scritto all’interno del coperchio “Biscottini di Novara”. Sul coperchio c’è raffigurato un quadro di Renoir”. Sotto la scatola c’è un numero di serie.
    Puo’ avere qualche valore?
    Grazie
    Anna Maria

    Comment by Anna Maria — 27 Novembre 2011 @ 11:21
  7. salve, volevo chiedere solo un informazione, ho alcune scatole di latta abbastanza antiche e volevo saperne il valore, sono di milano, potrebbe dirmi a chi mi devo rivolgere? grazie…mara

    Comment by mara — 20 Settembre 2012 @ 18:04
  8. Gentili Signori,

    innanzitutto complimenti per la bellissima collezione, mi ha molto colpito!
    Questa e-mail però ha un altro fine: la mia azienda produce calzature da bambino di alta qualità, e, nell’ottica di soddisfare le richieste di alcuni nostri clienti, è sorta la “necessità” di commercializzare alcuni nostri prodotti in scatole di latta; la nostra zona (Vigevano – PV) è molto povera di aziede produttrici ed inoltre la qualità dev’essere necessariamente alta.
    Ora, mi rendo conto che di certo non siete un ufficio informazioni, ma chi meglio di un appassionato al vostro livello può conoscere questo mondo?
    Pertanto vi sarò grato se avrete dei suggerimenti da darmi.
    Vi ringrazio anticipatamente e vi porgo i miei saluti ed auguri.

    Pèpè srl
    Andrea Carnelutti

    Comment by ANDREA — 14 Dicembre 2012 @ 15:11
  9. ciao a tutti vorrei chiedere di una scatola della prinetti stucchi “corse di velocita” 1 2 settembre 1907.Raffigura una macchina da corsa e ai lati una bicicletta con elvis insieme ad una donna .Vorrei sapere quanto vale grazie

    Comment by simona — 27 Marzo 2013 @ 12:14
  10. mandami una foto pietro.spongia@gmail.com ed indicativamente ti sarò più preciso dopo essermi informato da alcuni collezionisti che conosco.. sappi comunque che è sempre
    il mercato ed il collezionista che stabilisce il valore al di la di un valore di stima che possiamo attribuire
    Salutoni Pietro

    Comment by Rino — 28 Marzo 2013 @ 17:47
  11. salve! volevo un’informazione. ho trovato una vecchia scatola di carne simmenthal dentro nn c’e la carne ma e una scatola pubblicitaria. questa scatola muggisce girandola sotto c’e una data di scadenza che indica: da consumarsi entro il 31/12/1968 quindi penso sia della meta degli anni sessanta. saprebbe indicarmi gentilmente che valore puo avere? cordiali saluti e grazie x la risposta se arrivera.

    Comment by nicodemo — 16 Giugno 2013 @ 11:20
  12. Complimenti, faccio il cuoco e amo la storia della Grande Guerra e in quell’epoca sono state fatte moltissime scatole di latta,per cibo,creme,sigarette e molto altro. Questa passione mi ha preso talmente tanto che tra qualche mese uscirà il primo libro sulle scatolette di latta da scavo della prima Guerra Mondiale

    Comment by jeijei1975 — 28 Agosto 2013 @ 22:14
  13. salve, ho appena dato alle stampe una ricerca (coautore : Gianluigi Demenego) dal titolo: LA GRANDE GUERRA DI LATTA
    -se a qualcuno interessa
    trovate info collegandovi a:
    http://www.giovannidallefusine.it

    Comment by Giovanni Dalle Fusine — 4 Dicembre 2013 @ 17:39

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