Fonografo, Grammofono, Giradischi. Un po di Storia
Marzo 1857, Leon Scott de Martinville brevetta il fonoautografo.
Era in grado di trascrivere graficamente le onde sonore su un mezzo visibile, ma non c’era modo di riprodurre il suono registrato. L’apparecchio era costituito da un corno che concentrava il suono su una membrana cui era fissata
una setola di maiale. Inizialmente il mezzo di scrittura era un vetro annerito col fumo, su cui la setola incideva il tracciato. Successivamente fu impiegato un foglio di carta annerito fissato su un cilindro, una soluzione simile a quella adottata successivamente da Edison. In un’altra soluzione era utilizzato un rotolo di carta. Nel 2008 i ricercatori del Lawrence Berkeley National Laboratory sono riusciti a ri-convertire in suoni alcune di queste ”registrazioni”, usando dei computer in grado di convertire le onde sonore impresse nella carta in suoni veri e propri.
Thomas Alva Edison annuncia l’invenzione del fonografo il 21 novembre 1877 e ne diede una dimostrazione pratica il 29 novembre . Il brevetto venne depositato il 19 febbraio 1878 (US Pat. No. 200521)
Nel 1887 Berliner ottiene il brevetto per il Grammophone: tra le novità c’è la punta di irido per eliminare l’attrito, mentre la tromba, sostenuta da un braccio, è collegata al diaframma da un tubo flessibile. Ma soprattutto ci sono i dischi piatti che, assicura Berliner, si possono riprodurre a piacimento tramite un processo chimico di incisione. In realtà un vero sistema di duplicazione arriva soltanto nel 1893, quando Berliner adotta la gommalacca per
stampare i dischi da una matrice metallica.Berliner e il meccanico Eldridge Johnson continuano a migliorare macchina e sistema di duplicazione dei dischi.
Nel 1897 presentano l’ “Improved Grammophone” (grammofono migliorato) che utilizza dischi a una sola facciata (la registrazione sui due lati sarà realizzata dalla tedesca Odeon soltanto nel 1904), con grande successo: grazie a questo apparecchio le vendite della loro società nel 1898 superano già il milione di dollari.
Ormai il grammofono è in grado di affrontare, e vincere, la sfida con il fonografo:
il disco si può stampare praticamente senza limiti, richiede poco spazio, è robusto e facile da usare. Il grammofono, inoltre, inoltre, ha una meccanica più semplice e quindi più adatta per la costruzione in grande serie. Infine, particolare non trascurabile, dischi e grammofoni vengono distribuiti e imposti con una campagna promozionale del che forse per la prima volta utilizza in modo «scientifico» il marchio commerciale.
Il primo marchio, al quale ancora oggi si lega, sovente, l’immagine stessa del grammofono, nasce nel 1899 dall’ intuizione artistica di un pittore, inglese, Francis James Barraud, e dal «fiuto» commerciale di Johnson, che ha da poco fondato la Victor Company.
Tale creazione è quasi diventata una leggenda: un giorno Barraud vede il suo cane, un bull-terrier bianco, seduto davanti al fonografo in funzione. Sul cilindro è incisa la voce di Barraud e il cane, che si chiama Nipper, ascolta incuriosito, guardando se il suo padrone è nascosto nella tromba. Barraud dipinge la scena, e il direttore della filiale inglese della Victor si offre di acquistare il quadro per cento sterline, a patto che il fonografo sia sostituito con ”Improved grammophone”. Johnson intuisce subito la portata promozionale del quadro, che esalta l’alta fedeltà del cane, e registra l’immagine e le parole His Master’s Voice come marchio di fabbrica della sua Victor Company. Il marchio, simpatico e immediatamente riconoscibile, viene stampato su milioni di dischi da sentire sui grammofoni che a loro volta esibiscono il bull-terrier.
Nel 1908 il disco inciso su due lati incontrò il favore del pubblico e così la tecnologia del disco ebbe sempre maggiore diffusione, anche a causa del prezzo più contenuto.
Mentre Edison vuole un fonografo in ogni casa, Johnson si lancia in un impegnativo programma per portare una star in ogni casa con le canzoni dei più grandi cantanti europei .
I primi decenni del nuovo secolo rappresentano il periodo di maggior fulgore del grammofono, mentre il fonografo esce lentamente di scena. Soltanto Edison si ostina a scommettere sul cilindro, ma nel 1929 dovrà uscire dal settore, schiacciato dalle pesanti perdite.
Il periodo di massimo splendore del grammofono coincide con l’esplosione del Liberty e dell’ Art Deco: designers, artisti e semplici artigiani si lanciano nella creazione di splendide strutture, con i materiali più preziosi e le forme più strane, nelle quali, spesso, la meccanica passa in secondo piano. Il grammofono diventa un oggetto di arredamento indispensabile in ogni casa, magari da acquistare a rate o noleggiare. I locali pubblici espongono grammofoni con trombe immense, la musica diventa un fenomeno di massa.
L’industria del grammofono fa affari d’oro: nel 1919 negli Stati Uniti ci sono 200 costruttori che producono due milioni di apparecchi per un valore complessivo di 158 milioni di dollari.
Anche l’attività discografica ha uno sviluppo incredibile: Ma è la Francia che si oppone più validamente alle multinazionali americane grazie alla Pathe, una società che si evidenzia per le innovazioni tecniche e che si espande in tutta Europa. Charles Pathe vede per la prima volta un fonografo nel 1894 alla fiera di Versailles e rimane impressionato, come racconterà più tardi, dalla fila di gente disposta a spendere 2 franchi per ascoltare una macchina parlante per 2 minuti.
Con il fratello Emile fonda la Pathe Frères che inizialmente si limita a importare dagli Stati Uniti i fonografi di Edison e i grammofoni della Columbia, abbinati a cilindri registrati in francese. Poi, agli inizi del secolo, avvia la produzione in proprio con grammofoni, ribattezzati Pathephonès, che presentano numerose innovazioni: la puntina è in zaffiro «illogorabile» che, spiega la pubblicità, «non è da cambiare dopo ogni audizione», assicurando contemporaneamente una riproduzione «senza suoni rauchi o nasali, ma voce perfetta».
I Pathephonès, che vengono costruiti in Francia, Belgio, Austria e Russia, si differenziano dagli altri grammofoni perché la registrazione del disco inizia dal centro e finisce all’esterno. Inoltre Pathe adotta per i suoi dischi (prodotti in cinque misure, da 25 a 50 centimetri di diametro)
il sistema di incisione verticale messo a punto da Edison per i cilindri. I fratelli francesi vogliono imporre il loro standard tecnico, ma sono troppo intelligenti per «dimenticare» chi ha già comprato grammofoni di altre marche: nascono così gli adattatori meccanici che permettono di
utilizzare i dischi Pathe su tutti gli apparecchi. Il successo è enorme, anche perché i Pathephonès vengono venduti a rate, con il sistema «Paghi mentre senti la musica»: in Italia si va da 65 lire per il Pathephonès più economico in legno «uso noce» fino a 375 per il modello Duplex con due trombe (o imbuti, come vengono definiti sui cataloghi).
La Prima Guerra Mondiale pone, però, fine ai progetti di espansione della Pathe Frères, che nel ’28 viene acquistata dalla Columbia. Ma gli affari, ormai, non vanno bene anche per le multinazionali americane perché un nuovo apparecchio diventa l’oggetto del desiderio delle masse: la radio; che garantisce una quantità infinita di musica, programmi e notiziari.
Nel 1922 c’è il «debutto» del disco in radio, trasmesso da 569 stazioni americane. E’ un grande avvenimento, che in pochi mesi si trasforma in appuntamento quotidiano. I costruttori di grammofoni corrono ai ripari operando su più fronti.
Anzitutto sulle macchine: nel ’24 arrivano i giradischi elettrici; un anno dopo i più coraggiosi propongono radiogrammofoni. Nel ’27 la Victor lancia l’apparecchio con cambiadischi automatico, il primo Juke-Box moderno.
L’industria, inoltre, punta a migliorare la quantità dei dischi. Un passo decisivo è rappresentato dall’incisione elettrica, che trova applicazione commerciale nel 1924.
Ma per il grammofono le difficoltà sono tante.
La sua crisi è testimoniata dalla Victor, l’azienda di Johnson che è sempre stata all’avanguardia e che nel gennaio ’29 viene acquistata dalla RCA, Radio Corporativo of America. A questo si aggiunge le terribile crisi che alla fine del ’29 prima spezza l’economia americana e poi quella mondiale, decimando le vendite di grammofoni e dischi.
Poi, lentamente, il mercato riparte, aiutato dalla voglia di ballare lo swing per dimenticare la Grande Depressione.
Negli anni trenta arriva la stereofonia, dopo la Seconda Guerra Mondiale nascono l’Hi-Fi e il Long Playing a 33 giri in plastica vinilica. E il grammofono, che aveva mandato in soffitta il fonografo, esce definitivamente di scena per far posto a macchine più sofisticate come il
giradischi, che, a loro volta, sono sostituite da altri sistemi in una corsa senza fine.
Ma questa è un’altra storia…